
21 Dic Pensioni 2018: cosa cambia?
Tutte le novit in materia di pensioni nell’anno 2018, da et pensionabile a cumulo gratuito per avvocati e professionisti
Dal prossimo anno, infatti, i requisiti anagrafici per il trattamento di vecchiaia saranno parificati sia per gli uomini che per le donne, come richiesto dalla sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del 13 novembre 2008 che aveva ritenuto illegittimi i requisiti differenziati tra donne e uomini all’epoca stabiliti per i dipendenti pubblici.
Pertanto, il Governo italiano intervenuto allo scopo di introdurre dei minimi analoghi per i due sessi che, dall’anno prossimo fissati in almeno 66 anni e 7 mesi di et: le lavoratrici autonome vedranno dunque allontanarsi la pensione di diversi mesi rispetto ai requisiti previsti per quest’anno (66 anni e un mese), cos come anche le dipendenti del settore privato (attualmente in pensione gi a 65 anni e 7 mesi).
Dal 1 gennaio 2018, quindi, la soglia di 66 anni e 7 mesi varr per tutti: uomini e donne, dipendenti e autonomi, lavoratori privati e del settore pubblico (per questi ultimi tale soglia gi in vigore, introdotta a partire dal 2016. Saranno sempre richiesti sempre 20 anni di contributi (ad eccezione di chi si avvale dell’opzione contributiva e dei beneficiari delle deroghe Amato)
Anche per richiedere l’assegno sociale verr adottata la medesima soglia prevista per andare in pensione: in adesione alle previsioni della riforma Monti-Fornero, si passer, quindi, a 66 anni e 7 mesi, un anno in pi rispetto agli attuali 65 anni e 7 mesi.
Pensioni e prestazioni assistenziali: nel 2018 +1,1%
Per effetto della perequazione dunque, il trattamento minimo per il prossimo anno si assester sui 507,41 euro mensili lordi, in luogo degli attuali 501,89 euro; l‘assegno sociale, invece, dovrebbe passare nel 2018 da 448,07 a 453 euro, mentre la pensione d’invalidit passer dai 282,54 euro attuali a 279,47 euro mensili.
Tuttavia, nel 2018 i pensionati potranno essere tenuti anche a pagare qualcosa, oltre che a ricevere: si tratta degli importi in pi percepiti nel 2015, anno in cui era stato dapprima riconosciuto un adeguamento all’inflazione provvisoria, rispetto al 2014, del +0,3%; il valore definitivo, tuttavia, si assestato sullo +0.2%.
Le somme indebitamente accreditate, stante la differenza tra il tasso inflazione Istat provvisorio e definitivo registrato nel 2014, sarebbero dovute essere trattenute a partire dal 2016-2017, ma con il Milleproroghe tutto stato rinviato.
Pertanto, il “piccolo prelievo“, non essendo ancora intervenute ulteriori proroghe, potrebbe essere dovuto proprio a partire dal 2018, facendo in parte svanire gli effetti in positivo della rivalutazione summenzionata e spalmandosi su diverse rate. Sar l’INPS a fornire chiarimenti sul punto.
Professionisti: dal 2018 via libera al cumulo dei contributi
Dal prossimo anno, alcune novit riguarderanno anche i professionisti: per costoro, infatti, vigono regole diverse rispetto agli iscritti INPS, posto che il versamento dei contributi avviene direttamente alle Casse di previdenza e di settore, regolate da disciplina peculiare.
Ape social 2018
A seguito delle intervenute modifiche, per accedere all’Ape social nel 2018, saranno necessari: 63 anni di et, almeno 30 anni di contributi per disoccupati, lavoratori che assistono parenti di primo grado con handicap grave (caregiver) e lavoratori con percentuale di invalidit pari almeno al 74%.
Potranno altres beneficiarne coloro che svolgono lavori gravosi (cfr. Allegato A, del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 23 maggio 2017, n. 88), in possesso di 36 anni di contributi.
Coloro che si trovino o potrebbero venire a trovarsi nelle condizioni previste dalla legge entro il 31 dicembre 2018, dovranno presentare la predetta domanda entro il 31 marzo 2018.