
13 Mar Senza prove niente negligenza per l'avvocato
Lo ha chiarito la Corte di Cassazione, terza sezione civile, nell’ordinanza n. 5653/2018 (qui sotto allegata) che ha respinto il ricorso di una societ nei confronti di un’associazione professionale che aveva agito per il pagamento di alcuni onorari.
La vicenda
Assunto che viene confermato dalla Corte d’Appello la quale evidenzia come le censure di parte fossero fondate su argomenti inerenti l’asserita erroneit della tesi difensiva proposta dal legale nel pregresso giudizio, senza contenere alcun riferimento agli scritti difensivi delle parti in causa, a brani delle sentenze, e soprattutto formulate in termini di apodittico giudizio di negligenza, che non sarebbe potuto automaticamente discendere dall’esito sfavorevole delle cause.
Cassazione: il cliente deve provare l’inadempimento dell’avvocato
In Cassazione, la cliente contesta al giudice a quo di aver deciso sulla base di una nozione di fatto rientrante nella comune esperienza (ovverosia che la negligenza professionale non possa discendere apoditticamente dall’esito sfavorevole dei giudizi svolti) inconferente rispetto alla questione posta (responsabilit nella cura degli interessi della societ) e, inoltre, di aver deciso ignorando le prove proposte e i fatti specificatamente non contestati.
Secondo la ricorrente, una volta allegata e addirittura provata la negligenza, sarebbe stato onere dell’associazione professionale dimostrare che non vi fosse stata alcuna negligenza professionale.
Infatti, in tema di responsabilit civile del professionista, il cliente tenuto a provare non solo di aver sofferto un danno, ma anche che questo stato causato dall’insufficiente o inadeguata attivit del professionista.
Nel caso di specie, come rilevato dal giudice di primo grado e poi confermato in appello, la dedotta negligenza non poteva essere apprezzata mancando agli atti le copie degli scritti di entrambe le parti e la sentenza d’appello inerente la vicenda da cui sarebbe derivata la responsabilit del professionista.
Tale valutazione effettuata dal giudice di merito, spiega al Corte, attiene al difetto di specificit dell’allegazione dell’inadempienza, la quale non comporta oneri probatori per il creditore, ma comporta l’onere di specifica inadempienza efficiente ai fini del pregiudizio, e tale onere risulta non assolto alla stregua della valutazione del giudice di merito.